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Avv. Calogero Corsello
Penalista - Parnasiano - Uomo di cultura

Nato a Canicattì il 18-01-1921, vi frequentò le scuole, dalle elementari alla V ginnasiale. Continuò a Caltanissetta, presso il Liceo Classico Ruggero VII, distìnguendosi per impegno ed ottimi risultati.
Si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza dell'Ateneo Palermitano; fu compagno di Nino Saetta, il nostro Magistrato vittima del dovere.
A quell'epoca si incontrava spesso con Leonardo Sciascia, suo carissimo amico e coetaneo (esattamente dieci giorni più anziano di Lui), che lo affascinava per la sua genialità; con Lui rimase sempre in ottimi rapporti epistolari e lesse tutte le sue opere.
Come amava ricordare, andavano spesso insieme al Palazzo Vescovile di Palermo ad ascoltare l'allora giovane e già brillante Avv. Giuseppe Alessi (poi divenuto Presidente della Regione Siciliana) che si esibiva nelle sue "letture dantesche". In seguito si sarebbero incontrati spesso nelle aule giudiziarie.
Durante il periodo universitario, ancora minorenne - poiché la maggiore età si raggiungeva a 21 anni – prestò 'servizio in qualità di impiegato burocratico presso il Banco di Sicilia. Infatti era periodo di guerra e gli studenti, che all'università non avevano obbligo di frequenza, potevano impiegarsi per sopperire alla mancanza del personale richiamato alle armi.
Laureatosi brillantemente e puntualmente al quarto anno, lasciò l'impiego per seguire la strada che gli era congeniale. Superato l'esame di procuratore legale, fece pratica ad Agrigento presso lo studio legale dell'Avv. Giulio Bonfiglio, divenendo grande amico del figlio Avv. Angelo (in seguito Presidente della regione Sicilia e della Cassa di Risparmio Vittorio Emanuele).
Penalista, svolse con impegno e prestigio l'attività forense per oltre 50 anni, sempre ligio ai principi di deontologia professionale, stimatissimo da Magistrati e colleghi.
Fu per 25 anni legale del patronato EPACA (ente di patrocinio ed assistenza per i coltivatori agricoli) di Agrigento. Patrocinante in Cassazione, ebbe ruoli di primo piano in cause di notevole rilevanza. Era fiero di avere difeso insieme all'insigne Avv. De Marsico ed all'On. Avv. Giovanni Leone, poi Presidente della Repubblica.
Uomo versatile, unì alla preparazione giuridica ed all’attività professionale un grande amore per la cultura e, soprattutto lo studio è la scoperta del patrimonio culturale canicattinese. Affascinato dalla "Secolare Accademia del Parnaso", fu uno studioso ed un culture appassionato dei suoi scrittori e poeti più rappresentativi, cercò di far conoscere meglio attraverso le sue doti oratorie in diverse occasioni, specialmente nei meeting del Lions Club di Canicattì, di cui fu uno dei soci fondatori nel Maggio del 1963.
Ammiratore dell'On. Avv. Salvatore Sammartino, parnasiano d'eccellenza, parlò di Lui in diverse circostanze. Nella ricorrenza del centenario della nascita, presso l'Hotel dei Pini di Porto Empedocle illustrò la figura e le opere dello scrittore e poeta concittadino Francesco Macaluso. Fu brillante oratore in molte conferenze sul Parnaso, di cui amava commentare le strane "Tavole Statutarie"; su figure e personaggi parnasiani (Pietro Greco, Peppi Paci, Pietro Cretti) di cui conosceva aneddoti ed episodi che li riguardavano.
Il compianto e ben noto Prof. Angelo La Vecchia, regalandogli un suo libro, gli scrivevano nella dedica: "all'amico Avv Calogero Corsello, archivio vivente delle patrie memorie".
Ebbe tra i suoi più cari amici lo stimatissimo Avv. Giuseppe Alaimo, fondatore e direttore del quindicinale "la Torre", con cui inviò diversi articoli da pubblicare sul suo giornale. L'ultima "amichevole conversazione" (definizione che preferiva) applauditissima, risale al meeting del Lions di Maggio '98, appena sei mesi prima della sua morte, avvenuta il 9-12-1999. In tale triste circostanza la sua figura fu elogiata dall'Avv. Empedocle Mirabile - allora Presidente del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Agrigento e dal compianto Avv. Giuseppe Grillo.
La sua scomparsa ha lasciato un grande vuoto; la sua figura, di grande statura morale, è tra quelle che difficilmente si possono dimenticare.
Dotato di forte personalità, uomo libero, mai legato al carro della politica, espresse sempre le sue idee con massima schiettezza. Caratteristiche della sua persona furono: l'integrità dei costumi, la lealtà e correttezza nei rapporti umani, il culto dell'amicizia, l'amore profondo per la famiglia, la fede in Dio. Per gravi motivi di salute, alla fine, fu costretto a lasciare la toga, ma si consolò dedicandosi alla buona lettura ed all'approfondimento degli studi Manzoniani. E giusto leggere una pagina autografa, trovata tra le sue carte, che dice cosi:
"Entrare in pensione significa uscire da una vita per intraprenderne un'altra. Guai se quest'ultima dovesse essere priva di interessi, pur nella consapevolezza che gli anni che rimangono sono molto di meno di quelli trascorsi. Personalmente, anche se ho passato diversi lustri tra le pandette che, ad onor del vero, mi hanno dato prestigio e benessere, non ho alcun rimpianto, sia perché i tempi sono cambiati, ma soprattutto perché la lettura, la buona lettura, mi consola e mi rende la vita tranquilla e serena, confortata dalla Fede in Dio e da tutti i miei cari, fonte inesauribile di gioia e soddisfazioni".

Antonio Insalaco

da: UNITRE Giugno 2008


solfano@virgilio.it






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