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DALLO SCRITTOIO AL TEATRO
Profilo di Angelo La Vecchia

Angelo La Vecchia fu uno dei principali scrittori canicattinesi di sempre, per la sua straordinaria abilità nel coniugare forma e contenuti. Fu molto popolare anche per il suo impegno nel teatro, come attore, regista, e autore di indiscusso talento. “Per la nostra città Angelo La Vecchia ha rappresentato soprattutto l’istituzione teatrale” afferma il critico Diego Guadagnino “come fondatore del G.A.D. Piccolo Teatro di Canicattì. Il teatro a Canicattì era lui”.
L’esperienza del G.A.D. (Gruppo Arte Drammatica) ebbe inizio nel lontano 1950, nell’immediato dopoguerra proprio per iniziativa di La Vecchia, che ne fu coordinatore, direttore teatrale e regista.
Il primo lavoro significativo del G.A.D fu la rappresentazione de LA PASSIONE DI CRISTO, testo in prosa destinato alle celebrazioni del Venerdì santo in sostituzione del Mortorio dell’Orioles. Dalla data della sua fondazione il G.A.D formò generazioni di attori che poterono così esprimere la loro passione per il teatro.
Un impegno che sfociò nella rappresentazione dei fascinosi drammi teatrali di Verga e Capuana, dei capolavori di Pirandello, delle divertenti commedie di Martoglio e anche di testi scritti appositamente da Angelo La Vecchia.
Il 22 novembre 1979 il GAD dà vita alla Cooperativa Teatrale Piccolo Teatro Città di Canicattì, e in seno alla stessa nel 1986 nasce il “Gruppo Folk” sempre diretto da La Vecchia.
Ma questa quasi inarrestabile attività non deve farci dimenticare che Angelo La Vecchia non si occupò solo di arte drammatica “ma va ricordato anche come scrittore” – precisa giustamente Guadagnino. “Tra le sue opere, c’è la commedia Viva la Svizzera, che celebrava l’epopea di quei canicattinesi che, nei decenni precedenti al boom dell’Uva Italia, spinti da un disagio economico reale, erano costretti a emigrare altrove”.
“Molto importante per la sua rilettura di un mito popolare è l’adattamento teatrale delle vicende di Giufà”- aggiunge il critico Guadagnino.
“Scrisse anche delle opere per l’infanzia,” - afferma sempre Guadagnino - “come Fortunello, un romanzo molto bello che venne adottato come libro di testo nelle scuole”.
“L’opera migliore tra quelle non teatrali resta comunque la raccolta di racconti intitolata I mimi della Terra del Parnaso, per l’originalità e lo stile. Il titolo richiama I mimi siciliani e altre cose di Francesco Lanza, ma solo apparentemente, si tratta di due opere molto diverse. Il libro di Lanza conteneva degli scritti molto sintetici, secondo il genere classico dei mimi, mentre quelli di La Vecchia sono veri e propri racconti. Angelo La Vecchia ha una capacità davvero unica di far rivivere i personaggi di un mondo contadino che non c’è più. L’argomento principale della sua ricca produzione letteraria è Canicattì”.
“Era una persona che sapeva scrivere e bene, devo dire”- conclude il critico Guadagnino.
Tuttavia La Vecchia andrebbe anche rivalutato per opere di taglio diverso, come il suo Canicattì, storia tradizioni e varia umanità.
“In veste di storico era molto coscienzioso e preparato”. Qualità che Angelo La Vecchia ebbe modo di mettere a frutto nella sua attività di critico, con una rubrica fissa su Fantasy, inserto letterario de La Torre, giornale di cui era fra l’altro uno dei collaboratori più assidui. Non tutti sanno che La Vecchia ha curato una fortunatissima riedizione delle “Mascari di Paci” la silloge di poesie più nota del mitico poeta-sarto Peppipaci.
Ma al talento letterario e alla vastissima e sempre aggiornata cultura Angelo La Vecchia univa straordinarie doti umane. “Era un uomo d’intensa e profonda spiritualità,” – afferma il critico Diego Guadagnino –“spiritualità che si riflette anche nei temi delle sue opere, come La Passione di Cristo, che costituiva e ancora costituisce il testo del mortorio rappresentato a Canicattì nel quadro delle cerimonie per il Venerdì Santo, come sanno tutti i canicattinesi.”
Come si può facilmente intuire che ci sarebbe da aggiungere tanto in merito alla figura di Angelo La Vecchia, in questa sede ci siamo limitati a rievocare gli aspetti più significativi e validi di un’opera che non cessa mai di stupire il lettore.

          Domenico Turco
Articolo pubblicato su I Canicattinesi - allegato de "LA SICILIA" del 4 aprile 2004





















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