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Strade e quartieri nella toponomastica popolare

...... Le strade ed i quartieri la cui denominazione ebbero tanti anni or sono diritto di asilo nella toponomastica popolare. Qualche denominazione resiste ancora anche se si è perduto il ricordo del perchè un tale luogo fu così chiamato. E' il caso - per esempio - di li Furchi. Il quartiere venne così denominato perchè - pare che in antico - sia stata posta in quel luogo la forca per la punizione dei condannati. Il quartiere, oggi,si estende da dietro via Nazionale fino al corso Vittorio Emanuele, dalla parte dello stradale per Caltanissetta.
La pompa di Marino, così detta perchè è il quartiere ove è situata ancora una fontanella pubblica, presso la via Milano, nel quartiere di S. Lucia.
Lu chianu di Don Cola è lo spiazzale formato dal congiungimento della via Toselli con l'importante corso V. Emanuele, all'inizio della via Rosolino Pilo: fu così chiamato perchè sul largo si affacciava la casa di Don Cola, uomo facoltoso del luogo.
La pompa di la Pinnacchia, una fontanella pubblica quasi all'incrocio tra la via Mordini, la scalunera - unica strada di Canicattì a scalini - e la via Trocadero, così chiamata perchè nei pressi abitava una anziana donna del popolo dedita a filare la lana col pinnocolo.
La Cuba, verso la fine della via Nazionale, nei pressi del cimitero, richiama l'origine araba del nome e del quartiere: pare che vi si trovasse una costruzione saracena, detto appunto cuba.
Li cannuleddra era il quartiere della via nazionale prima della Cuba: la denominazione proveniva dalla antica fontana.
Li Putieddi, o Botteghelle, sta per il primo tronco della via Garibaldi, all'incrocio con la Vanedda di lu cannuni (la via Risorgimento - detta così per la lunghezza e la poca ampiezza - come il foro della canna di cannone a lunga gittata); era in antico il quartiere del mercato con negozietti di frutta e verdura e mercerie.
La vanedda di li falluti, al limite della precedente - la odierna via Cavour, vero emporio della città - così chiamata volgarmente per i fallimenti dei commercianti, dato che da sempre hanno trovato posto nella lunga arteria quasi tutti i negozi di abbigliamento di Canicattì.
La posta vecchia - a metà della via Senatore Gangitano: in un buio locale aveva sede l'ufficio postale, allora capace di servire l'intera Canicattì per spedire si e no - e ricevere - cento lettere l'anno. la posta passò quindi nei vani terrani della casa del fascio, in via cap. Ippolito, quindi in un locale più ampio in Piazza IV Novembre ed infine nel moderno palazzo delle poste all'inizio del viale Regina Elena.
Li scoli nuovi, così dette perchè sorse nella via Rosolino Pilo un - allora - moderno edificio per le elementari, il secondo dopo le scuole si S. Domenico. La dizione, rimasta tuttavia, non ha più senso essendo sorti in seguito altri moderni e più razionali edifici.
La puesita era un vecchio botteghino del lotto in via Lepanto: doveva essere unico nella città se si individuò con tale denominazione un luogo e quindi il quartiere che vi gravitava. Qualcuno continua a chiamare così il quartiere che è formato dalle costruzioni esistenti sotto la Badia, all'imbocco superiore della via Risorgimento e prima della pompa di Marino. Puesita stà per polizza, biglietto, tagliando della giocata.

Da "Canicattì nel folkore e nelle tradizioni" di Giuseppe Alaimo


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