Sito Principale
CANICATTI'



Collegamenti:
Sommario storico di Canicattì

Accademia del Parnaso

A. Sciascia

Uomini illustri di Canicattì

Storia locale

Tradizioni locali

Miti di Canicattì

Chiese di Canicattì

R.Livatino - A. Saetta

La festa e il culto di san Diego

Cartoline storiche

Foto Storiche

Foto panoramiche di Canicattì

Foto di Canicattì

Il Teatro Sociale

Fra Bernardo Maria da Canicattì

Il capitano Giovanni Ippolito

Il Prof. V. Palumbo

Il Prof. G. Portalone

Il Barone A. La Lomia

Pirandello a Canicattì

Ten.Col. V. La Carrubba

Occupazione USA di Canicattì

I tragici fatti del 1943

Caduti della Grande Guerra

Uva Italia di Canicattì

Cartine Topografiche di Canicattì

Proverbi

Tipi e macchiette

Le feste del periodo natalizio

L’Epifania a Canicattì: Li tri Re

La Domenica in Albis, ovvero la festa della Madonna

La festa di San Giuseppe

Un Venerdì Santo "Barocco" e "Andaluso"

Tri di Maiu, Ascensione, San Calogero

Festa del S.S. Rosario

Informazioni utili

Consultazioni elettorali di Canicattì

Foto: Amici Sportivi scomparsi

Artisti canicattinesi

Galleria Fotografica di Canicattì

Archivio Commenti e Notizie

Notizie Varie

Mappa del sito
 

Genesi e vicende dell’A.S. Canicattì

I confrati la domenica correvano solleciti ai loro oratori come oggi gli sportivi corrono allo stadio per assistere agli incontri di calcio dell’A.S. Canicattì.
La fondazione dell’Associazione Sportiva risale al 1928 ed è dovuta all’iniziativa di Carmelo Marchese Ragona, che fu tra i più intraprendenti in Sicilia a creare una squadra di giocatori in maglia biancorossa, quando nell’isola il calcio era ancora in fase nascente.

Iniziava per l’A.S. Canicattì la militanza nei campionati di serie C sotto la presidenza del barone Agostino La Lomia.
Ma, pur con tutto l’impegno del barone, sorgevano grosse difficoltà per la squadra, impegnata com’era in incontri con formidabili formazioni avversarie, quali il Catania, il Messina, la Reggina, il Trapani e il Marsala.
Inutili si rivelavano gli sforzi dell’allenatore Renato Ferretti per evitare la retrocessione. La crisi investiva anche il vertice dirigenziale.

A determinare lo stato di crisi aveva contribuito anche l’andamento burrascoso del campionato del 1931-32. Il Canicattì giocava allora per la Coppa Arpinati nel torneo della Sicilia occidentale con le squadre di Palermo, Agrigento, Caltanissetta, Trapani e Termini Imerese. La partita di calcio con la Nissa, in casa del Canicattì, da festoso derby degenerava in pericolosa battaglia.

Il Canicattì era in vantaggio per due a zero, ma sugli spalti provocazioni e risse tra i tifosi si susseguivano senza interruzione, soprattutto per la condotta sventata e avventata del direttore di gara. Sicché interveniva allora il commissario del Comune di Canicattì, il generale Minneci d’Albamonte, a richiamare l’arbitro perché dirigesse la partita con maggiore attenzione e precisione. E questi non solo non accettava il richiamo, ma rispondeva così male da indurre il generale a ordinarne l’immediato arresto.

La partita veniva in tal modo sospesa.
Ma tra canicattinesi e nisseni scoppiava il finimondo.
Botte, bastonate e sassate cominciarono a volare in ogni dove e per parecchie ore, finché non intervennero i carabinieri a cavallo a sedare il tumulto.
Incidenti sì gravi costarono al Canicattì la squalifica del campo per otto mesi e l’inizio di una grave crisi che durò fino alla guerra.

A risollevare le sorti dell’A.S. Canicattì, nell’immediato dopo guerra, ecco la figura di Vincenzo Marchese Ragona, uomo tenace, legato ai colori sociali fino al sacrificio di se stesso.
Egli nel ruolo di terzino e il fratello Giuseppe in quello di attaccante furono determinanti alla promozione del Canicattì in serie C.
Vincenzo Marchese Ragona assumeva poi la presidenza della società, e con lui il Canicattì, anche se non riusciva a mantenere le posizioni della serie C, si distingueva tuttavia tra le squadre siciliane per serietà e sportività.
Altri presidenti si succedevano poi alla guida del Canicattì, che militava ormai nella serie dei dilettanti, ma Vincenzo Marchese Ragona non smetteva di lavorare e di collaborare con essi per potenziare la squadra e portarla a più elevati traguardi.

Nella stagione calcistica 1976-77 il Canicattì otteneva la promozione in quell’ambita serie D che l’anno precedente, nella partita di spareggio con il Mazara allo stadio palermitano della Favorita, gli era per poco sfuggita.
Ormai il Canicattì, bene organizzato, diretto e allenato, poteva dal suo stadio “Carlotta Bordonaro” concretamente aspirare alla serie C.
Per due stagioni consecutive le arrivava tanto vicino, finché finalmente nel campionato del 1982-83, essendo presidente Michele Insalaco e allenatore Alvaro Biagini, la C/2 veniva raggiunta, e per il Canicattì era l’inizio di una nuova e più prestigiosa vita sportiva.

L’esultanza dei canicattinesi traspare da queste righe de La Torre del 22 maggio 1983, scritte dallo stesso direttore avvocato Giuseppe Alaimo: «Sempre, sempre più avanti: nell’economia, nel progresso ed ora anche nello sport: Canicattì orgogliosa, Canicattì magnifica che si afferma ovunque!
Il 15 maggio 1983 è una data che ciascuno di noi ricorderà per molti anni: un trionfo che conferma la volontà di emergere dei canicattinesi attraverso la squadra che ne ha difeso il nome sportivo, che ha primeggiato durante tutto un campionato». E il sindaco Giuseppe Aronica in una dichiarazione pubblicata sullo stesso numero del quindicinale prometteva lo stanziamento di duecentocinquanta milioni per la sistemazione e l’ampliamento del “Carlotta Bordonaro” e s’impegnava a prodigarsi per la progettazione e la costruzione di un nuovo, più vasto e polivalente stadio.

(Da "La città di Canicattì" di A. La Vecchia e D. Lodato, Papiro Editrice, Enna 1987)







solfano@virgilio.it

Pagina Principale CANICATTI'