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L’Epifania a Canicattì: “LI TRI RE”

La presenza di festività tradizionali di carattere religioso accomuna Canicattì al resto della Sicilia; espressioni della devozione popolare e della spontanea creatività legata ai riti ed alle cerimonie sacre, questo tipo di feste testimonia di una grande ricchezza nascosta nella nostra Tradizione, relativa al mondo etico-spirituale ed alla sfera estetica, peculiare all’Arte, alla fruizione del Bello, e alla teatralità insita in manifestazioni del genere. Festività tradizionale da annoverare tra le più fascinose, è l’Epifania, la quale assume a Canicattì la colorita denominazione di “festa dilli Tri Re”, con ovvio riferimento ai Tre Re Magi che compirono un lungo viaggio dall’Oriente per visitare Gesù a Betlemme, seguendo la scia della Stella Cometa. La festa nacque nel 1870 per iniziativa del maniscalco Luigi Antinoro che ebbe l’intuizione di creare una grande festa per celebrare i Magi e a tale scopo fondò un comitato presso la chiesa del Santo Spirito. Interessante è notare come la Tradizione abbia fornito una narrazione drammatizzata alternativa rispetto al Nuovo Testamento, anche se ispirata dalla rivelazione di Gesù Cristo come il vero Messia ai pagani. I Magi (li Tri Re) rappresentano sé stessi, ma nel contempo anche tutti i popoli estranei alla tradizione giudaico-cristiana, trovando rispondenza nel Vangelo di Matteo 2:1-12.
Anche i doni dei Tre Re hanno funzione di simboleggiare alcuni dei caratteri regali e spirituali attribuiti a Gesù; come l’oro, offerto ai re in occasione dell’ascesa al trono, come l’incenso, antico miscuglio di resine naturali che veniva bruciato in riti sacrificali già dal 1530 a. C. secondo quanto si evince da una tavoletta collocata nella Piramide di Giza in Egitto; molto emblematico è infine il terzo dei doni, la mirra, gommoresina odorosa adoperata per pulire il corpo dei defunti, ad anticipare profeticamente il destino di morte per il riscatto dell’umanità. La festa dilli Tri Re come si svolge a Canicattì è coerente rispetto all’insegnamento della Chiesa Cattolica, pur attribuendo ai Magi tre nazionalità diverse rispetto alla tradizionale originale mesopotamica universalmente attribuita loro, in quanto li Tri Re sono tre bizzarri personaggi, travestiti rispettivamente da persiano, indiano, e turco.
È significativo come si tratti di tre nazionalità “esotiche”, che simboleggiano bene l’accoglienza di Gesù agli occhi dei “gentili” o pagani che dir si voglia, e quindi al loro mondo. La sacra rappresentazione ha inizio verso le 17,00 pomeridiane del 6 Gennaio, Giorno dell’Epifania (termine derivante dal greco epifanèia, rivelazione). In sella ai loro cavalli Li Tri Re partono dalle chiese di San Francesco, Santa Lucia e San Domenico, anticipati da zampognari (ciaramiddrara) scudieri e soldati in foggia orientale, che convergono tutti in Piazza Roma. I Magi, scortati dalla folla partecipe al dramma che si svolge sotto i loro occhi, avanzano diretti alla grotta di Betlemme, dalla fittizia reggia di Erode ricostruita su un palco in Piazza IV Novembre, tornano in Piazza Roma, dove svetta la Stella Cometa che segnala la presenza del Presepe, allocato nel sagrato della Chiesa dello Spirito Santo .
“Li Tri Re” si prostrano innanzi all’emblematica figura di Gesù Bambino, mostrano il contenuto dei loro scrigni offrendo i doni di cui si è parlato poc’anzi, l’oro, l’incenso e la mirra.
Nel ritorno, compare il personaggio dell’Angelo alato dalla spada sguainata che li mette a guardia da Erode, per poi recarsi da Giuseppe e riferire sulla strage degli innocenti. Segue la rievocazione drammatizzata della Fuga in Egitto, con Giuseppe e Maria sull’asino con il Bambinello in braccio, l’accompagnamento musicale delle zampogne e l’allegro squillio delle campane.
          Domenico Turco
da: "Canicattì Cultura"





























































solfano@virgilio.it

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