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Comm. Ing. Albino Antinori


Se domandiamo a uno dei tanti giovani o anche a persone di media età chi era questo nostro grande ed illustre concittadino, siamo certi che diranno di non conoscerlo.
Eppure il Comm. Dr. Ing. Albino Antinori nato e cresciuto nei primi anni a Canicattì ove ha abitato in Via G. Galilei, nei pressi della Chiesa Agonizzanti, è stato una grande personalità.
Nacque il 5 Marzo del 1899 da Vincenzo, di professione notaio e da Anna Margherita La Lomia. Conseguì la laurea in Ingegneria al Politecnico di Torino, con voti eccezionali. Poi nel campo delle telecomunicazioni fu annoverato tra i più importanti scienziati d'Italia e d'Europa.
Fece parte come Presidente della «Commissione Pian» riguardante i problemi della telefonia mondiale per la zona dell'Asia. Fu l'ing. Antinori a trasmettere il messaggio augurale su «caco compac» tra la capitale italiana e la Nuova Zelanda dando un balzo decisivo allo sviluppo mondiale dei telefoni e della TV
Percorrendo velocemente tutta la scala gerarchica delle Poste Italiane fu nominato alto dirigente di tutta l'Africa Orientale Italiana (Abissinia) nel periodo anteguerra fra il 1935 e il 1940.
Diventò infine ispettore Generale Superiore delle Poste e Telecomunicazioni. In un momento difficile del nostro Paese diede sfoggio di una grande capacità tecnica creando la rete radiotelefonica italiana tra le più avanzate e complete. Noi (chi scrive ha avuto modo di apprezzarne le virtù e la rara bontà d'animo) dobbiamo ricordarlo non solo come qualificato scienziato canicattinese ma anche come un grande uomo, pieno di grande umanità verso il prossimo e verso i «canicattinesi».
Non esageriamo se affermiamo -senza paura di smentita - che in ogni circolo delle costruzioni postali della varie regioni italiane vi era un numeroso gruppo di postetelegrafici nostrani da lui fatti assumere. Erano i cosidetti «guardafili» specializzati nel collocare pali telefonici in tutta la rete nazionale.
Quando nel lontano 1955 lo visitammo nella stanza dei cosidetti "bottoni" in via del Seminario, davanti alla Fontana di Trevi, nel grande palazzo del Ministero delle Poste e Telecomunicazioni lo salutammo con la frase «a nome di tutta Canicattì salutiamo l'uomo di cui in tutte le nostre strade è visibile la "longa manus"». Diciamo la verità: uomini come il Comm. Dr. Ing. Albino Antinori, nei tempi che corrono, si possono contare come le mosche bianche che cioè sono rari e quasi scomparsi. Era un uomo nobile, possente come figura, dall'espressione paterna e con un cuore grandissimo. A chi si rivolgeva a lui di qualsiasi colore politico, di qualsiasi ceto o appartenenza apriva le sue porte e tutto quanto poteva lo ha fatto spontaneamente in modo limpido e cristallino. Era e resta per noi canicattinesi un esempio, un faro, un luminoso personaggio da non dimenticare facilmente.
Fece costruire nel lontano 1958 la sede centrale della nostra posta nel largo Amendola. E volle essere presente all'inaugurazione per dare ancora una volta l'impronta ad un'opera tra le più importanti della nostra Canicattì. Ricordiamo che fu portato in alto sulle spalle da numerosi postetelegrafici, grati per aver dato tanto lavoro a centinaia di giovani.
Morì a Roma ove riposa nella tomba di famiglia.
Dalla sua terra natia gli mandiamo un deferente saluto dopo avergli dedicato questo breve scritto per i giovani, per i lettori, per tutti coloro che lo ricordano con grande nostalgia e grande affetto.
Al Comune, l'invito di dedicargli almeno una strada.

Antonio Insalaco



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